
Commodity vs Specialty Coffee
Il caffè è la bevanda popolare più diffusa al mondo oltre ad essere un bene importante. Decine di milioni di piccoli produttori nei paesi in via di sviluppo si guadagnano da vivere coltivando caffè. Oltre il 90% della produzione di avviene nei paesi in via di sviluppo, mentre il consumo avviene principalmente nelle economie industrializzate. L’industria del caffè ha attualmente una catena di prodotti che coinvolge produttori, intermediari esportatori, importatori e torrefattori prima di raggiungere il consumatore.
Se ti sei appena avvicinato al mondo dei caffè specialty, ti starai sicuramente chiedendo quali sono le differenze tra un caffè specialty rispetto ad un caffè commerciale, detto anche “commodity”.
Andiamo a vedere dunque, le differenze sostanziali, in modo da capire meglio come funziona l’industria del caffè.
Il caffè come commodity
Il caffè, trattato come commodity è classificato come una merce, come l’oro o il petrolio, e ha un prezzo fissato sul mercato delle materie prime (C Market), ed è una delle principali merci di esportazione. I chicchi di caffè vengono scambiati in contratti future su molte borse, tra cui il New York Board of Trade e il London International Financial Futures and Options Exchange. Questo prezzo oscilla ed è influenzato da un’enorme varietà di fattori, escludendo quelli considerati dal mercato dei caffè specialty: qualità, gusto e costo di produzione.
Il caffè commerciale copre ancora la stragrande maggioranza del consumo mondiale. Il prezzo del caffè è fissato sul mercato mondiale indipendentemente dalla qualità intrinseca del caffè. Ciò significa che l’agricoltore viene pagato allo stesso modo, indipendentemente dalla qualità o dal modo in cui è stato prodotto il caffè.
La cosa spiacevole è che quando il prezzo di mercato scende, i soldi che l’agricoltore ottiene, possono coprire a malapena il costo della produzione e non consentono loro di migliorare le strutture dell’azienda. Senza nemmeno pensare al sostentamento della famiglia e dei lavoratori.
A livello sensoriale il caffè commerciale offre attributi di sapore neutri o negativi, il che significa che gli acquirenti passano all’offerta di prezzo più basso sul mercato senza alcun impegno per relazioni a lungo termine.
La volatilità dei prezzi significa quindi che gli agricoltori non possono pianificare il loro futuro.
Pertanto, a causa della mancanza di tracciabilità e dei chicchi verdi di bassa qualità utilizzati, il caffè commerciale viene spesso tostato con un profilo molto scuro che maschera i sapori ereditati dai difetti e assume invece un sapore di bruciato dal processo di tostatura stesso.
Caffè specialty
Tecnicamente per specialty si intendono i caffè che hanno ottenuto un punteggio compreso tra 80 e 100 su una scheda di valutazione, il cupping form, compilata da un panel di assaggiatori del caffè. Queste valutazioni si basano su criteri rigorosi utilizzati dall’industria del caffè specialty.
Quindi, la maggior parte degli acquirenti di caffè specialty, pagherà maggiorazioni di prezzo basati sulla qualità. Per gli acquisti tradizionali di caffè invece, il sistema è molto diverso.
Tuttavia il caffè specialty è molto di più.
In che modo interagiscono resa qualità e prezzo
I prezzi del caffè sono complessi, siano essi specialty o commodity. I margini di profitto lo sono ancora di più. La resa, la qualità, l’offerta, la domanda e le condizioni del raccolto influiscono tutti su quanto i produttori vengono pagati e quanto costerà il caffè a torrefattori, importatori e commercianti. Ad esempio un cattivo raccolto o piogge impreviste possono trasformare rapidamente un raccolto specialty in una commodity.
Il caffè specialy, tuttavia, spesso non viene acquistato come commodity. Diverse torrefazioni decidono di acquistare attraverso contratti privati pluriennali pagando spesso il doppio del prezzo delle commodity. È anche importante notare che il caffè venduto al dettaglio è un prodotto economico diverso dal caffè all’ingrosso scambiato come comodity, che diventa un input per i vari prodotti finali in modo che il suo mercato sia in definitiva influenzato dai cambiamenti nei modelli di consumo e nei prezzi.
L’industria del caffè specialty
La qualità di uno specialty è sempre migliore e gli agricoltori sono pagati molto al di sopra del prezzo di una commodity.
L’industria dei caffè specialty richiede maggiori investimenti rispetto al caffè commerciale, poiché viene spesso coltivato ad altitudini più elevate con pendii ripidi e difficili da scalare. Quindi sono richieste cura e attenzione ai dettagli. La resa di un raccolto sarà inferiore, poiché tutti i chicchi di qualità non sufficientemente elevata verranno rimossi. I produttori monitorano e si prendono cura costantemente dei loro raccolti. Sanno bene che la loro paga, e i loro rapporti con gli acquirenti, dipende da questo.
Gli aspetti chiave in questa industria sono la qualità del prodotto e il fatto che la qualità è correlata al prezzo pagato per il caffè. Quando gli agricoltori hanno un incentivo a produrre caffè di alta qualità, ciò consente loro di investire nell’azienda e contribuire alla crescita sostenibile della comunità del caffè.
Quindi, scegliere uno specialty vuol dire prendere una strada verso la sostenibilità dei coltivatori di caffè. Gli agricoltori in questo modo, saranno orgogliosi di ciò che producono e aumenteranno il loro reddito concentrandosi sullo Specialty Coffee. E tu potrai gustare un caffè migliore!
L’acquisto del caffè
Negli ultimi anni il mondo degli specialty ha iniziato ad adattare nuovi modi di commercializzare il caffè, uno dei quali è il commercio diretto.
Esistono diversi approcci all’acquisto del caffè. Vediamo i più comuni:
Commercio convenzionale
La maggior parte del caffè mondiale è scambiato da speculatori. I prezzi delle materie prime sono fissati secondo una formula nota come mercato dei contratti “C market” di New York e il prezzo fluttua quando i contratti cambiano proprietà molte volte. In questo commercio convenzionale il caffè passa per molte mani: i contadini vendono agli intermediari, che vendono agli esportatori, che poi vendono a broker e commercianti. Infine il caffè viene venduto agli importatori nel paese consumatore. In questa lunga filiera si perde la tracciabilità e l’agricoltore riceve una piccolissima quota del prezzo finale. Questo tipo di commercio rappresenta un rischio per i diritti umani e dei lavoratori.
Commercio diretto
Molti torrefattori di caffè specialy stringono rapporti con le aziende agricole da cui acquistano, sia che acquistino direttamente dai coltivatori o da aziende specializzate nel caffè verde.
Nell’ultimo decennio, in risposta ai periodi di bassi prezzi del mercato mondiale, i torrefattori di caffè specialty hanno intrapreso pratiche etiche dimostrando la provenienza e la tracciabilità dei loro caffè. Gli importatori e i commercianti hanno risposto coordinando la comunicazione tra agricoltore e torrefattore, creando iniziative commerciali alternative spesso denominate Direct trade.
Queste iniziative sono importanti perché molti torrefattori non hanno le risorse per creare e gestire la propria filiera diretta. Il commercio diretto può implicare una relazione commerciale a lungo termine o un acquisto una tantum.
Nonostante le implicazioni intrinseche dell’etica relative ai modelli di commercio diretto, non è sempre così. Infatti, intraprendere un autentico programma di commercio diretto richiede un impegno significativo da parte dell’acquirente e i costi possono essere proibitivi.
Un commercio equo e solidale come per lo specialty è sostenere il sostentamento delle famiglie produttrici di caffè, assicurandosi che siano pagate una giusta quantità di denaro per il loro lavoro, dove possano migliorare i sistemi agricoli ma soprattutto fornire alle loro famiglie cibo, acqua pulita, istruzione e assistenza sanitaria. Quindi i soldi che paghi in più per quella tazza o sacchetto di caffè saranno reinvestiti nel ciclo di produzione.
In definitiva, il senso di tutto ciò, è caratterizzato dallo sforzo di fare meglio lungo tutta la catena di approvvigionamento, dal gusto della bevanda finale, al pagamento di un prezzo migliore ai coltivatori, incoraggiando pratiche agricole più ecologiche e sostenibili.
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Marco Carrieri
Marco, fondatore di Light Roast e autore degli articoli, si occupa di formazione e consulenza nel mondo del caffè.
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